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Le antiche fotografie di Monastero Bormida rivivono nel concentrico

Published on 26 May 2021 • Monastero Bormida • Culture

Il progetto si chiama “U nostr pais… na vota” e consiste nell’abbellire le quinte in ferro che delimitano le aree ecologiche del concentrico di Monastero Bormida con una serie di antiche fotografie che raffigurano momenti della vita di un tempo del paese e, ove possibile, ripropongono le immagini dei medesimi luoghi in cui sono posizionate oggi così come erano circa un secolo fa. In piazza Roma, ad esempio, era ben visibile la chiesa della Annunziata, poi abbattuta per far posto all’asilo, mentre in piazza Castello si ergeva la grande scuderia dei Della Rovere, con le cui pietre fu costruita la Casa Littoria, ora teatro comunale. La ex-filanda della canapa – poi fabbrica Bell Bottom – era stata convertita in segheria, mentre le cappelle della Via Crucis si susseguivano ancora lungo lo “stradone” verso Bistagno. E poi le immagini delle classi numerose degli anni Trenta, i Polentoni e le fiere, i negozi e le botteghe di un’epoca ormai dimenticata che rendevano vivo e attivo il centro storico.

Una carrellata di belle immagini – impaginate, inserite in una cornice “d’epoca” e stampate dalla ditta Bottega della Stampa di Alessio Sgarminato – che incuriosiscono turisti e abitanti del luogo e che, al tempo stesso, abbelliscono le aree ecologiche spesso “a rischio” di degrado. “L’idea – commenta il sindaco Gigi Gallareto - è stata proprio quella di dare dignità a porzioni di territorio spesso oggetto di abbandono di rifiuti o di sporcizia. I cartelli segnaletici con la mascotte “Polentino” del Consiglio Comunale dei Ragazzi, le telecamere e adesso questa forma piacevole e “storica” di arredo urbano rendono accoglienti aree che spesso non lo erano e spero possano dissuadere i soliti maleducati che, pur con una ampia gamma di cassonetti dislocati in ben undici postazioni e il centro di raccolta di regione Infermiera a meno di 2 km,, trovano ancora l’occasione per lasciare a terra rifiuti indifferenziati o ingombranti. L’educazione è una pratica di civiltà che si acquisisce a poco a poco, speriamo che questo progetto possa essere un positivo segnale in tal senso.”