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Riorganizzato il programma espositivo al Castello di Monastero Bormida

Published on 10 June 2020 • Monastero Bormida • Culture

Dopo il buon successo della riapertura al pubblico del castello di Monastero Bormida avvenuto la scorsa domenica 7 giugno, l’Amministrazione Comunale e l’Associazione Museo del Monastero hanno rimesso a punto il programma espositivo che, ovviamente, subisce alcune modifiche di data e ridimensionamenti causati dalla emergenza sanitaria, ma che prevede comunque una serie di appuntamenti importanti.

La mostra principale, allestita nei locali del secondo piano del castello e sostenuta dalle Fondazioni CRT e CRAT, vede come protagonista lo scultore torinese Sergio Unia, con una ampia rassegna delle sue classiche figure umane – principalmente femminili in bronzo o terracotta – intitolata “Riscoprire la forma”. La mostra avrebbe dovuto partire il 30 maggio, ma le restrizioni causate dalla pandemia hanno imposto uno slittamento della data. La mostra quindi aprirà i battenti verso il 20 settembre e terminerà a fine ottobre.

Nella mostra antologica in preparazione a Monastero Bormida si propone un saggio del percorso dell’artista di Mondovì, che si è formato ai Liberi Corsi di Nudo dell’Accademia Albertina, sotto la guida di Filippo Scroppo, pittore (esponente del MAC Movimento Arte Concreta torinese) e critico d’arte attento alle nuove correnti e alle trasformazioni della cultura visiva del Novecento

Dalle tragiche crocifissioni ai delicati volti femminili, dai frammenti bronzei – quasi moderni reperti archeologici – alle armonie plastiche delle danzatrici, dai gesti misurati e composti delle ginnaste o delle pattinatrici, di volta in volta ritorna l’alternarsi dei volumi, dei movimenti, delle riflessioni intorno alla figura e al suo essere momento irripetibile, segnale, incontro con un incarnato che la luce sfiora, accendendolo. Una figura che emerge dalla materia come una memoria, un lontano accadimento, un sorriso che attraversa le stagioni dell’arte per consegnare e consegnarci il gesto rapido e conciso dello scultore.

La mostra sarà accompagnata da un catalogo corredato da un saggio critico che ripercorrerà tutta la sua carriera di scultore, da una ricca sequenza di immagini delle opere, da un’aggiornata bio-bibliografia e da una silloge dei più importanti interventi critici sulla sua figura di uomo e di artista.

Nel frattempo sono in corso di allestimento due eventi nei locali al piano terreno del castello, dedicati a mostre temporanee.

Si parte a fine giugno con una personale del pittore albese Libero Nada, una rassegna delle sue opere dedicate soprattutto ai paesaggi dell’Alta Langa: colline, scorci e vedute diventati il soggetto principale dei suoi quadri, luoghi carichi di un vissuto emotivo che, come racconta: «fonde visione e sentimento, reale e immaginario, vero e interpretazione». Dietro l’apparente semplicità dei suoi campi di grano, dietro la gioia spensierata di certi cieli color lavanda, dietro il timido movimento dei papaveri e il contorto saluto degli alberi c’è lo sguardo di un pittore che ha tentato di cogliere le Langhe al di là della loro eccezionale bellezza paesaggistica.

Dall’8 agosto a metà ottobre è poi la volta di Roby Giannotti, ceramista e vignettista savonese ma legato alla Langa da una grande passione per questa terra e per i suoi prodotti. Da molti anni espone sia a Monastero Bormida sia a Bubbio, dove ha curato, tra l’altro, il bel libro a fumetti ideato dall’Azienda Vinicola Torelli per illustrare in modo ironico ma approfondito la storia del territorio.

La mostra, intitolata “Oro di Langa” esprime il connubio tra l’arte della ceramica e gli splendidi vini della Langa Astigiana e avrà collegamenti anche con aziende vitivinicole della zona.

“Con queste iniziative – dice la presidente dell’Associazione Museo del Monastero Ilaria Cagno – vogliamo dimostrare che nonostante il periodo singolarmente difficile è possibile mantenere iniziative espositive e culturali che possano attirare visitatori, ma con la massima attenzione alle norme di disinfezione e distanziamento. La mostra non è una festa in piazza dove si accalcano centinaia di persone, è un luogo dell’arte dove si può accedere con tranquillità e sicurezza, arricchendo lo spirito e magari abbinando la visita a una sosta golosa dai vari produttori e ristoratori della Langa Astigiana”.