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Emanata direttiva ministeriale su pari opportunità e ruoli dei comitati unici di garanzia delle pubbliche amministrazioni

Published on 1 July 2019 • Elderly and Social

Il Ministro per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno e il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alle pari opportunità, Vincenzo Spadafora hanno emanato la Direttiva recante “Misure per promuovere le pari opportunità e rafforzare il ruolo dei Comitati Unici di Garanzia nelle amministrazioni pubbliche”. Le linee di indirizzo entreranno in vigore il giorno della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

Ai sensi del Codice delle pari opportunità ed in ottemperanza alle indicazioni europee, fissate nel quadro della Strategia per la crescita Europa 2020, nel corso degli ultimi anni, in Italia sono stati adottati numerosi interventi normativi volti a rimuovere gli ostacoli alla piena partecipazione politica, economica e sociale delle donne e degli altri soggetti vulnerabili rispetto a forme di discriminazione, con particolare attenzione alla conciliazione dei tempi di vita e tempi di lavoro.

Un passo importante era stato già fatto con l’istituzione dei ‘Comitati unici di garanzia’ (CUG) previsti dalla legge 4 novembre 2010, n. 183, (il c.d. “Collegato lavoro”), con compiti propositivi, consultivi e di verifica, al fine di favorire l’ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico, migliorare l’efficienza delle prestazioni anche attraverso la realizzazione di un ambiente di lavoro caratterizzato dal rispetto dei princìpi di pari opportunità, di benessere organizzativo ed, infine, contrastare qualsiasi forma di discriminazione e di violenza per i lavoratori.

La produzione normativa non sempre però ottiene i risultati attesi; la direttiva appena emanata vuole indicare le concrete linee di azione alle quali si devono attenere le amministrazioni pubbliche per il raggiungimento degli obiettivi che essa si propone e fornire indirizzi operativi per l’applicazione degli strumenti di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Le concrete linee di azione a cui si devono attenere le amministrazioni pubbliche indicate dalla direttiva sono:

- Prevenzione e rimozione delle discriminazioni :Le amministrazioni pubbliche sono tenute a garantire e ad esigere l’osservanza di tutte le norme vigenti che, in linea con i principi sanciti dalla Costituzione, vietano qualsiasi forma di discriminazione diretta o indiretta in ambito lavorativo quali quelle relative al genere, all'età, all'orientamento sessuale, alla razza, all'origine etnica, alla disabilità, alla religione o alla lingua. La violazione di questi divieti, ribaditi dalla normativa comunitaria (articoli 4, 5 e 14 direttiva 2006/54/CE), comporta la nullità degli atti, l’applicazione di sanzioni amministrative, l’obbligo di reintegrazione nel posto di lavoro, oltre naturalmente alle conseguenze risarcitorie nel caso di danno.

  1. Il Codice delle pari opportunità stabilisce che le amministrazioni pubbliche predispongano Piani triennali di azioni positive tendenti ad assicurare la rimozione degli ostacoli che, di fatto, impediscono la piena realizzazione delle pari opportunità nel lavoro. La medesima disposizione introduce, quale sanzione per il caso di mancata adozione del suddetto Piano triennale, il divieto di assumere da parte dell’Amministrazione nuovo personale, compreso quello appartenente alle categorie protette.

  2. Le politiche di reclutamento e gestione del personale devono rimuovere i fattori che ostacolano le pari opportunità e promuovere la presenza equilibrata delle lavoratrici e dei lavoratori nelle posizioni apicali. Pertanto le amministrazioni pubbliche devono rispettare la normativa vigente in materia di composizione delle commissioni di concorso, osservare il principio di pari opportunità nelle procedure di reclutamento del personale e nel conferimento di incarichi dirigenziali, verificare che non si attuino differenziali retributivi.

  3. Le amministrazioni pubbliche devono agire affinché l’organizzazione del lavoro sia progettata e strutturata con modalità che garantiscano il benessere organizzativo, l’assenza di qualsiasi discriminazione e favoriscano la migliore conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita: adottando le norme contrattuali in materia di lavoro flessibile, garantendo il rispetto delle norme relative ai congedi parentali e favorendo il reinserimento in servizio del personale che ha usufruito di lunghi periodi di assenza (es maternità). Per diffondere questa cultura esse, in collaborazione con i CUG, promuoveranno percorsi informativi e formativi di tutto il personale, anche a livello dirigenziale.

  4. Le amministrazioni pubbliche, inoltre, devono promuovere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, eventualmente adottando anche apposite “Carte della conciliazione” che valorizzino le politiche territoriali ed accordi con altre pubbliche amministrazioni

  5. Non meno importante è il punto che declara che si devono prevedere moduli formativi obbligatori sul contrasto alla violenza di genere in tutti i corsi di gestione del personale organizzati, ivi compresi i corsi per la formazione di ingresso alla dirigenza.

  6. Infine si prevede un rafforzamento ed un aggiornamento dei CUG, che hanno funzione consultiva, propositiva e specifici compiti di verifica di attuazione del Piano triennale di azioni positive. Il CUG deve, inoltre, svolgere importanti funzioni di verifica in ordine all’assenza di qualsiasi forma di violenza o discriminazione, diretta o indiretta, nel luogo di lavoro pubblico. In riferimento a quest’ultimo aspetto, si ritiene che i CUG possano fungere, all’interno dell’amministrazione pubblica, da importanti sensori delle situazioni di malessere collegate alla violenza e alla discriminazione, anche al fine di segnalare le suddette situazioni ai soggetti funzionalmente e territorialmente competenti. Al fine di potenziare tale funzione di verifica si auspica la costituzione di un Nucleo di ascolto organizzato interno all’amministrazione.

  7. Fra le altre iniziative previste rientra anche la realizzazione di una Piattaforma tecnologica che metta in collegamento i CUG nell’ambito di un network nazionale coordinato dal Dipartimento della funzione pubblica e dal Dipartimento delle pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, non solo per favorire il confronto e la condivisione di buone pratiche, ma anche per facilitare il monitoraggio della presente direttiva.

I punti, come si evince da questa mia sintesi, sono molti e, sicuramente, impegnativi se si vuole garantire una applicazione non solo formale della norma. L’attenzione costante su queste importanti tematiche è comunque un fattore positivo che, con l’impegno di tutte e tutti, può portare a migliori risultati. Ricordo che ad Asti ITL, INPS, ASL, Agenzia Piemonte Lavoro e Centro per l ‘impiego, Ufficio scolastico territoriale, Organizzazioni sindacali e Associazioni disabili, partecipano con Provincia, Comune e Consigliera, alla Rete permanente di Parità che da anni opera sul territorio seguendo proprio le indicazioni che le norme, e la recente Direttiva, propongono per il raggiungimento degli obiettivi da esse previsti.


Prof.ssa Chiara Cerrato

Consigliera di parità

Provincia di Asti